Lo Sviluppo Delle Abilita’ Fino-motorie

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La Motricità Fine è la capacità di controllo motorio dei piccoli movimenti delle mani e delle dita che impegna una scarsa forza muscolare e richiede una maggiore concentrazione, precisione e settorializzazione delle dita.

Ecco a voi una presentazione per scoprire insieme le tappe di sviluppo fine motorio dei bambini dai 0 ai 5 anni.

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Lo Sviluppo Del Bambino 0-3 Anni

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Ogni bambino cresce con i propri ritmi: il tempo e il modo dipendono dall’esperienza e dagli stimoli ambientali che riceve. Le tappe di sviluppo non sono fisse e necessarie per acquisire una competenza. Esistono dei periodi di tempo all’interno dei quali è auspicabile che il bambino raggiunga alcuni obiettivi. La fascia d’età 0 – 3 anni è un periodo fondamentale, nel quale si pongono le basi per la costruzione armonica del bambino attraverso le sue interazioni con la realtà.



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Schema Corporeo

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Autismo e Come Riconoscerlo

La rappresentazione del proprio corpo e della sua interazione con l’ambiente è un prerequisito fondamentale per il sistema nervoso nella pianificazione, nell’esecuzione e nell’orientamento dei movimenti nello spazio; ogni cambiamento motorio implica una rielaborazione di sé. In questo modo si definisce lo SCHEMA CORPOREO: struttura dinamica che, attraverso l’integrazione di informazioni esterocettive e propriocettive, fornisce la conoscenza del proprio corpo e delle sue posizioni all’interno dello spazio.

Infatti il Movimento è l’espressione della conoscenza realizzata dall’interazione con il mondo. Permette di conoscere, di interagire con l’ambiente esterno ed acquisire informazioni sviluppando insieme le abilità cognitive attraverso un rapporto circolare: “se il movimento serve per conoscere è altrettanto vero che i processi cognitivi servono a modificare il movimento”(C. Perfetti).

Dunque, il corpo è considerato come l’elaboratore di informazioni attraverso le esperienze tattili, visive, acustiche, pressorie e motorie; ed è in stretta correlazione con la costruzione delle abilità visuo-spaziali.

Per favorire lo sviluppo dello schema corporeo lavoriamo sulle seguenti competenze:

Riconoscimento e discriminazione delle parti del corpoConoscenza ed Interiorizzazione dei concetti topologici e temporaliEsplorazione finalizzata dell’ambiente Equilibrio statico e dinamicoPercezione spaziale: conoscenza delle coordinate spaziali del proprio corpo e conoscenza delle coordinate dello spazio circostanteOrientamento spaziale e propriocezione del corpo Lateralità: conoscenza della dx-sn su se stesso e sull’altro,Rappresentazione e pianificazione mentale del proprio corpo nello spazioArousal e Attenzione selettiva agli stimoli ambientali

IMPORTANTE: lo schema corporeo non è una capacità innata ma, anzi, acquisita progressivamente con lo sviluppo. Attraverso le esperienze da più canali sensoriali, il bambino riesce a porre le basi per la conoscenza e l’apprendimento.

 
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Grafismo

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Autismo e Come Riconoscerlo

 
 
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Funzioni Esecutive

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Le Funzioni Esecutive sono definite come “quei processi mentali finalizzati ad elaborare schemi cognitivi-comportamentali adattivi in risposta a condizioni ambientali nuove e impegnative”.

Rappresentano la capacità di regolare e strutturare la nostra azione e/o reazione di fronte ad attività e situazioni nuove o insolite, la capacità di modificare e adattare la propria risposta ai diversi contesti e richieste, di inibire le risposte comportamentali ed emotive improprie, di modificare la risposta e di correggere gli errori, di attivare strategie per arrivare alla risoluzione del problema analizzando le diverse possibilità, di pianificare e di condurre un ragionamento logico-cognitivo.

Si inseriscono tra quei processi cognitivi definiti superiori in quanto svolgono un ruolo fondamentale nel comportamento “intelligente” ossia consono ed adatto ad ogni situazione; aiutano e condizionano il comportamento per uscire da situazioni complesse.

Le Funzioni Esecutive sono delle abilità fondamentali ed estremamente importanti nella vita di tutti i giorni perché regolano e permettono l’interazione con il mondo svolgendo un ruolo determinante nei rapporti sociali, in particolare nell’adattamento e nelle regole sociali, e favorendo e sostenendo l’apprendimento di abilità scolastiche e della vita.

 

Le abilità legate alle funzioni esecutive sono:

Pianificazione ed Organizzazione

Attenzione

Memoria di lavoro

Categorizzazione

Problem Solving

Flessibilità

Autocontrollo e Inibizione

Metacognizione

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Prerequisiti Dell’apprendimento

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Autismo e Come Riconoscerlo

I PREREQUISITI DELL’APPRENDIMENTO
I prerequisiti dell’apprendimento sono un insieme di funzioni e abilità specifiche, che iniziano a svilupparsi molto prima dell’ingresso del bambino alla scuola primaria. Il lavoro sui prerequisiti, dunque, è rivolto in particolare ai bambini di 4-5 anni che frequentano l’ultimo anno della scuola dell’infanzia con l’obiettivo di prepararli all’introduzione in prima elementare in maniera armonica ed autonoma.

Le aree dello sviluppo del bambino da potenziare sono:

CAPACITA’ METAFONOLOGICHE
CAPACITA’ ATTENTIVE E MNEMONICHE
ABILITA’ DI RAGIONAMENTO LOGICO
CAPACITA’ PSICOMOTORIE E SCHEMA CORPOREO
CAPACITA’ VISUO-PERCETTIVE E VISUO-SPAZIALI
COORDINAZIONE OCULO-MANUALE
ABILITA’ GRAFO-MOTORIE
CAPACITA’ DI ORIENTAMENTO E CONSAPEVOLEZZA SPAZIO-TEMPORALE
CAPACITA’ EMOTIVE
AUTONOMIE

DSA

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Autismo e Come Riconoscerlo

DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) racchiudono un gruppo eterogeneo di disturbi che si manifestano con difficoltà nell’acquisizione e nell’uso delle abilità di ascolto, di espressione orale, lettura, scrittura, ragionamento e matematica in presenza di un quoziente intellettivo nella media. Possono coesistere con i DSA problemi nell’autoregolazione comportamentale, nella percezione sociale, nell’interazione sociale. Il soggetto con DSA ha un’intelligenza adeguata, non presenta particolari difficoltà emotive e mostra difficoltà nell’apprendimento scolastico con scarsi risultati a scuola, con faticabilità nello svolgimento di compiti.

Il Disturbo specifico dell’apprendimento è un disturbo al cui interno è possibile dare una specificità e distinzione del campo e dominio compromesso.

Esistono 4 domini specifici di DSA:

Dislessia: Difficoltà nell’acquisizione ed automatizzazione dei meccanismi di base della lettura, della velocità e correttezza. Disortografia: Difficoltà nell’applicazione delle regole ortografiche Disgrafia: Difficoltà nella produzione ed esecuzione di un testo scritto (lettere e numeri) Discalculia: Difficoltà nelle abilità numeriche e di calcolo

 

CAMPANELLI DI ALLARME

-Prova ad indovinare la parola letta o inventare parole senza senso
-Inverte le parole e le sillabe nelle paroleLentezza di lettura e scrittura
-Fa fatica a comprendere il significato di ciò che viene letto
-Difficoltà nel gesto grafico e nel rispetto dei margini spaziali
-Difficoltà a rispettare il rigo di scrittura
-Possiede una scrittura poco comprensibile difficile da decifrare
-Difficoltà nel dominio numerico: difficoltà e riconoscimento nella scrittura e grandezza dei numeri
-Difficoltà nella memorizzazione delle tabelline, nell’incolonnamento dei numeri durante le operazioni
-Difficoltà nei processi di ragionamento e risoluzione matematica
-Presenza di stanchezza al momento dei compiti
-Mancata automatizzazione degli apprendimenti
-Ridotta autostima e difficoltà di autoregolazione emotiva

 
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ADHD – IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA’

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ADHD – IL DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA’
L’ ADHD è un disturbo evolutivo dell’autoregolazione del comportamento che si manifesta soprattutto con difficoltà di mantenimento dell’attenzione, del controllo motorio e delle risposte impulsive. ADHD è l’acronimo di Attention Deficit Hyperactivity Disorder che in italiano si traduce come Disturbo da Deficit di Attezione ed Iperattività (DDAI). Tale deficit rappresenta uno dei più comuni disturbi del Neurosviluppo che compromette ed interferisce il normale svolgimento della vita quotidiana del bambino o dell’adulto in tutti i contesti ambientali (casa, scuola, lavoro ecc..).
Il DSM-5 indica una prevalenza del disturbo con una frequenza maggiore nei maschi rispetto alla femmine con un rapporto di 6:1. Ancora oggi le cause dell’insorgenza non sono confermate ma vengono definiti alcuni fattori di rischio:
– Basso peso alla nascita
– Assunzione di Alcol e fumo in gravidanza
– Ereditabilità: alterazione di geni che regolano il sistema dopaminergico.
Dagli ultimi studi effettuati, l’ADHD è causato da un difetto evolutivo dei circuiti cerebrali che regolano l’inibizione e la regolazione dell’autocontrollo dovuto dalla carenza di concentrazione di Dopomina.
La dopamina ha la funzione di inibire, regolare e modulare l’umore, le emozioni e le capacità di movimento. Poiché i bambini con ADHD presentano una scarsa concentrazione di Dopamina, mostrano alterazioni degli impulsi sensoriali non riuscendo a reagire adeguatamente agli stimoli ambientali. Gli studi scientifici realizzati in ambito neurobiologico hanno evidenziato anomalie strutturali in 4 regioni cerebrali: corteccia prefrontale, gangli della base, cervelletto e corpo calloso. Tali regioni sono deputate al sistema di controllo di vigilanza, delle capacità di inibizione, della memoria di lavoro, di flessibilità cognitiva.
Esistono 3 tipi di ADHD:
1) ADHD Inattentivo
2) ADHD Iperattivo-Impulsivo
3) ADHD Combinato (presenza di tutte e 3 le caratteristiche)
SEGNI CLINICI
I segni clinici persistenti nell’ADHD sono:
DISATTENZIONE: difficoltà a sostenere l’attenzione o a lavorare su un medesimo compito per un periodo prolungato.
IPERATTIVITA’: presenza di alti livelli di attività motoria e verbale.
IMPULSIVITA’: difficoltà di inibire il comportamento inappropriato in un determinato contesto, di posticipare la soddisfazione di un desiderio e di prevedere le possibili conseguenze a cui un’azione può comportare. La difficoltà di Attenzione è il sintomo centrale che caratterizza tale disturbo in quanto è il sintomo che persiste più a lungo, talvolta anche fino all’età adulta; mentre l’eccessiva irrequietezza motoria tende a diminuire con l’avanzare dell’età.
E’ possibile, a volte, notare i sintomi che persistono anche intorno ai 3 anni di età in due ambiti differenti (scuola e casa).
CAMPANELLI DI ALLARME ETA’ PRESCOLARE
In età prescolare il bambino con ADHD presenta comportamenti:
-Passa da un’attività ad un’altra in maniera caotica e confusionale
-Presente ipercinesia/ ipermotricità
-Mostra difficoltà a rispettare le regole in quanto non riesce ad assimilarle e/o a conservare le informazioni per determinati giochi o compiti
-Difficoltà a gestire ed a regolare gli impulsi
-Durata ed intensità ridotta nel gioco
-Presenza di comportamenti Oppositori – Provocatori
-Presenza di comportamenti sociali inadeguati (difficoltà ad ascoltare l’altro, interrompe gli altri, comportamenti di sfida)
ETA’ SCOLARE (6-12 anni)
Il bambino scolare con ADHD può presentare:
-Persistenza dell’instabilità motoria: tende ad alzarsi frequentemente
-Scarsa capacità di Inibizione Facile distraibilità -Difficoltà attentive più evidenti in base al compito realizzato
-Difficoltà di apprendimento e scarsa motivazione allo studio
-Difficoltà nelle Funzioni Esecutive (FE)
-Presenza di alterazioni tono dell’umore/aggressività
-Comportamenti oppositori/provocatori
-Bassa Autostima e difficoltà nella gestione delle emozioni.
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DISPRASSIA

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LE DISPRASSIE E SINTOMI PRECOCI
La disprassia è da considerarsi un disturbo multisistemico con disorganizzazione sul piano motorio, percettivo e cognitivo che va a compromettere significamente le attività di vita quotidiana tra cui la vita scolastica e gli apprendimenti. Rispetto al Disturbo della coordinazione motoria (DCM), che si riferisce prettamente ai disturbi del movimento causati da deficit del tono e forza muscolare, da deficit nei meccanismi adattivi e di coordinazione posturale, il termine “Disprassia” coinvolge anche tutti quei processi cognitivi che permettono di effettuare e portare a termine azioni finalizzate su obiettivi specifici, e dunque generando il movimento umano che viene messo in atto con minor efficacia e maggior dispendio energetico.
E’ più frequente nei maschi piuttosto che nelle femmine e può comportare goffaggine, problemi di organizzazione, pianificazione, di automatizzazione e sequenzialità dei movimenti quotidiani nelle diverse aree come nelle autonomie, a scuola (disegno, lettura, scrittura, calcolo), nello sport, nel linguaggio (produzione verbale).
QUALE E’ LA CAUSA DELLA DISPRASSIA?
Per molti autori e ricercatori non esiste ancora una causa conosciuta. Gli studi condotti confermano che sia presente un’immaturità dello sviluppo neuronale nel Sistema Nervoso Centrale che provoca un rallentamento degli impulsi nelle reti dei circuiti nervosi. Per tale motivo, la Disprassia viene considerata un disturbo specifico delle sviluppo biologico.
INDICATORI DI RISCHIO:
– bambini immaturi, prematuri e a basso peso
– bambini con lieve sofferenza pre o perinatale.
SINTOMI PRECOCI E CAMPANELLI DI ALLARME DI DISPRASSIA:
-Gioco povero e ripetitivo Ipotonia a livello distale degli arti
-Difficoltà nella motricità grossolana (deambulazione, andare in bicicletta)
-Difficoltà nella motricità fine e manuale: nelle attività di vita quotidiana come nell’abbigliamento (mostra difficoltà nell’ordine di vestizione ) e nell’igiene personale; nell’utilizzo delle posate; ; nell’uso delle forbici e nel disegnare e scrivere
-Ritardo nell’acquisizione e nella stabilizzazione della dominanza manuale
-Difficoltà nell’oculomozione, ossia nella coordinazione dei movimenti di sguardo fondamentali per lo sviluppo di abilità necessarie all’apprendimento scolastico (lettura, scrittura, abilità visuo-spaziali ecc..)
-Difficoltà nel disegno: mostra rifiuto ed evitamento per le attività grafomotorie
-Difficoltà nell’alimentazione: problemi di suzione e, successivamente, selettività alimentare
-Difficoltà a mantenere e a focalizzare l’attenzione
-Lentezza esecutiva
-Ritardo nello sviluppo linguaggio: deficit di coarticolazione, il bambino mostra difficoltà nella produzione di suoni originati dalla lingua, assenza di produzione delle sillabe.
A seconda delle difficoltà, la Disprassia si differenzia in:
– Disprassia Ideativa: il bambino presenta un deficit ideativo e della rievocazione dell’uso dell’oggetto nella memoria semantica e dunque “non sa cosa fare” per raggiungere il risultato richiesto.
– Disprassia ideomotoria: il bambino è consapevole di ciò che vuole fare ma non sa come fare; presenta deficit di memoria del gesto e di controllo esecutivo. In questo ambito si trovano le difficoltà grafo- motorie, nella imitazione di gesti, nel comando verbale di richiesta di una attività.
– Disprassia dell’abbigliamento: difficoltà di adattare il gesto motorio allo scopo di vestirsi (Difficoltà nelle autonomie).
– Disprassia visuo-costruttiva: Deficit nelle abilità di realizzazione di un progetto programmando atti motori necessari per portare a termine l’idea o ad imitare un modello.
– Disprassia oro-bucco-facciale: deficit dei movimenti del viso e delle attività compiute con la muscolatura come masticare, deglutire, soffiare, fischiare, fare le bolle di sapone ecc..
– Disprassia verbale: deficit negli aspetti motori-articolatori e di coordinazione necessari alla produzione di un linguaggio corretto.
– Disprassia di sguardo: deficit di coordinazione di alcuni movimenti oculari necessari ad acquisire informazioni, fissare l’attenzione ed eseguire gesti.
L’oculomozione inoltre influenza la situazione posturale (es: bambini compensano con il capo per migliorare la funzione visiva).
La diagnosi e l’intervento precoce sono di fondamentale importanza in quanto permettono di intervenire il prima possibile sulle difficoltà del bambino riducendo notevolmente il grado di frustrazione che può vivere ogni giorno in tutti gli aspetti di vita quotidiana con l’aumento delle richieste sempre più complesse da parte dell’ambiente. In questo modo, effettuando un intervento specifico e mirato si ottiene un miglioramento dello sviluppo e benessere psicofisico del bambino.
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